Anno 1854 - In memoria di Giovanni Battista Vico Metallo bianco argentato - 66,7 mm - 155,81 gr. - R3 - Opus: Vincenzo Catenacci - D’Auria n. 246 - Ricciardi n. 210. Coniata a Napoli. Al dritto: GIO.BAT.VICO NATO IN NAPOLI NEL MDCLXX MORTO NEL MDCCXLIIII Busto a destra del professore. Sotto il busto: V. CATENACCI FECE. In basso: 1854. Al rovescio: GIOVANNI BATTISTA VICO RIVENDICO’ DALLA TENEBRE DEGLI SCORSI SECOLI I MONUMENTI DELL’ANTICA SAPIENZA . MENTE VASTA TENACE E PROFONDA CREO’ UNA SCIENZA NUOVA E TUTTO L’EDIFICIO DELLO SCIBILE RICOSTRUI’. Giambattista Vico nacque a Napoli il 23 giugno 1668 e morì a Napoli il 23 gennaio 1744. Fu un filosofo, storico e giurista italiano. Nell’ambiente culturale napoletano, molto interessato alle nuove dottrine filosofiche, Vico ebbe modo di entrare in rapporto con il pensiero di Cartesio, Hobbes, Gassendi, Malebranche e Leibniz anche se i suoi autori di riferimento risalivano piuttosto alle dottrine neoplatoniche, rielaborate dalla filosofia rinascimentale, aggiornate dalle moderne concezioni scientifiche di Francesco Bacone e Galileo Galilei e del pensiero giusnaturalistico moderno di Grozio e Selden. Questa varietà di interessi farebbe pensare alla formazione di un pensiero eclettico in Vico che invece giunse alla formulazione di un’originale sintesi tra una razionalità sperimentatrice e la tradizione platonica e religiosa. La definizione dell’uomo, della sua mente non può prescindere dal suo sviluppo storico se non si vuole ridurre tutto a un’astrazione. La concreta realtà dell’uomo è comprensibile solo riportandola al suo divenire storico. È assurdo credere, come fanno i cartesiani o i neoplatonici, che la ragione dell’uomo sia una realtà assoluta, sciolta da ogni condizionamento storico. «La filosofia contempla la ragione, onde viene la scienza del vero; la filologia osserva l’autorità dell’umano arbitrio onde viene la coscienza del certo... Questa medesima degnità (assioma) dimostra aver mancato per metà così i filosofi che non accertarono le loro ragioni con l’autorità de’ filologi, come i filologi che non curarono d’avverare la loro autorità con la ragion dei filosofi». (Giambattista Vico Ibidem Degnità X). Descrizione dell’Incisore: Vincenzo Catenacci, nacque nel 1786 a Napoli. Iniziò la carriera di incisore sotto la guida di Filippo Rega, che ne riconobbe da subito il talento. Già dal 1808, o forse prima, durante il periodo napoleonico il Catenacci eseguiva lavori in zecca senza firmarli, ma fu dal 1824 che iniziò ad apporre la sua firma sulle sue opere. Nel 1829 fu promosso primo incisore dei dritti nel Gabinetto di incisione della zecca di Napoli. Nel 1833, morto il Rega, il Catenacci lo sostituì diventando Direttore del Gabinetto di Incisione della zecca. Fu incisore di numerosissime medaglie, anche religiose, commissionate ufficialmente dai Borbone. Al contrario del suo predecessore Filippo Rega, il Catenacci continuò l’attività di incisore anche durante il ruolo di Direttore di Gabinetto. Morì il 26 marzo del 1855.
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Price realized | 300 EUR |
Starting price | 300 EUR |